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LEO, quando la relazione cambia la vita

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Ricordo ancora la prima valutazione di Leo, meticcio Pastore Maremmano che ho conosciuto circa un anno fa. Era il periodo della vacanze natalizie, e ricevo la chiamata dalla proprietaria che mi chiede di incontrarci il prima possibile per spiegarmi la situazione che sta vivendo con Leo. Quando ci vediamo la trovo molto preoccupata: da quando convive con il fidanzato, con cui il cane viveva in precedenza, le cose non vanno per nulla bene. Leo mostra comportamenti aggressivi nei suoi confronti, una possessività importante su cibo e spazi, che rende pericoloso il momento del pasto ed impedisce alla proprietaria di avere libero accesso alle stanze della casa, perchè Leo le ringhia ogni qualvolta prova ad entrare nel locale in cui il cane riposa. Ci sono già stati episodi di aggressione e questo, ovviamente, mi preoccupa ancora di più. Mi rendo conto immediatamente della difficoltà del caso e della pericolosità della situazione, considerata anche la taglia di Leo. Ricordo ancora la prima lezione al campo quando il cane, ad un certo punto, si mette a masticare una radice e comincia a minacciare me e la proprietaria se ci avviciniamo o cerchiamo di spostarlo da li. Iniziamo un percorso fatto soprattutto di lavoro sulla relazione, di spiegazione delle dinamiche di comunicazione con Leo, finalizzato a modificare il rapporto di fiducia tra il cane ed i proprietari, a fornire modalità di gestione prima di tutto sicure e a lavorare con l’obiettivo di insegnare a Leo a condividere. In questi casi, purtroppo, la tentazione di arrivare allo scontro con il cane è spesso forte, ma porta con se rischi enormi di peggioramento del problema oltre che di incidenti pericolosi. I proprietari di Leo mi dimostrano da subito una grande fiducia, nonostante il percorso sia, come spesso accade, alternato tra momenti di gioia e positività e momenti di sconforto. Il mio ruolo, in questi casi, non può limitarsi a quello “tecnico” di educatore, ma è fondamentale riuscire ad essere un supporto per i proprietari, spiegando i motivi dei momenti “no”, aiutandoli a comprendere e valutare i progressi, spronandoli a non mollare ed a continuare a credere nel loro cane. Ricordo, in particolare, due momenti molto difficili che sono stati, però, due momenti di svolta nel percorso. Il primo: un giorno, a lezione, i proprietari mi raccontano che al mattino, appena svegli, il cane, che dormiva in camera con loro ai piedi del letto, non li lasciava scendere dal letto: ringhiava minaccioso e tentava di morderli se provavano a passargli di fianco. Il secondo, durante una passeggiata: mi chiama la proprietaria in panico dicendomi che Leo ha trovato un osso per terra a bordo strada, si è sdraiato a morderlo, e non lascia più avvicinare nessuno; ringhia se lei cerca di spostarlo con il guinzaglio o chiamarlo, e ringhia ai passanti che gli passano di fianco in strada. Fortunatamente entrambe le situazioni si risolvono senza incidenti e diventano momenti di spunto per trasformare lo sconforto in fiducia. Pian piano vedo il rapporto tra Leo ed i proprietari modificarsi vistosamente: lui comincia a fidarsi di loro e, di conseguenza, loro di lui. In particolare la ragazza, bersaglio di tutti i comportamenti aggressivi di Leo, diventa via via il suo riferimento, la sua compagna di passeggiate, quella con cui condividere momenti belli, intensi; quella con cui stare assieme sul divano a farsi compagnia, in quella stessa stanza in cui prima, a lei, era impedito di entrare. Quando vedi un rapporto modificarsi così profondamente ti rendi conto di come, spesso, dietro anche comportamenti possessivi si nasconda una incomunicabilità, una difficoltà a capirsi e fidarsi l’uno dell’altro. La soluzione non è mai la forza, non è mai lo scontro: la soluzione è imparare a capirsi, imparare a “parlarsi”. Ora il momento del pasto non è più un problema né per Leo né per i suoi proprietari, così come non lo sono più il momento del riposo o la condivisone di stanze e spazi. “Ci avete regalato la serenità che stavamo cercando, resi felici del tempo che passiamo tutti assieme, delle coccole che riusciamo a farci tranquillamente e regalato le passeggiate più belle…”. Frasi come queste riempiono di soddisfazione le nostre giornate, ripagandoci della fatica, della stanchezza, delle ore al gelo o sotto il sole cocente, dei pranzi saltati, dei sabati e delle domeniche che non esistono…

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