329.2046284

La storia di GOLF e…della sua pallina

0 Comments
Quando vedo Golf per la prima volta mi colpisce immediatamente il suo aspetto…un cane bellissimo, molto curato, un cane che si nota insomma…ma al tempo stesso dietro ad un aspetto così appariscente emerge qualcosa di più profondo: l’espressione è spenta, il cane appare chiaramente insicuro. Mi guarda preoccupato, guarda il suo “papà” in attesa di capire cosa fare e come comportarsi difronte a quest’uomo alto che vede per la prima volta.
Golf arriva da me mandato dal mio “maestro”, Matteo Pittavino, tra l’altro grande conoscitore della razza avendola allevata per anni, e dopo aver girato diversi altri centri alla ricerca di un supporto e delle risposte alle molte domande di Maurizio, il suo proprietario, sul comportamento del cane. Il cane ha qualche morso alle spalle e Maurizio è chiaramente e comprensibilmente preoccupato. Lo valuto, ed al mio avvicinamento, volutamente un po’ “diretto”, la reazione è netta: sguardo fisso, attacco e tentativo di morso. Il cane è evidentemente a disagio, chiaramente insicuro ed ho la sensazione che si senta un po’ incaricato di dover fare qualcosa, gli manca, a mio avviso, il supporto e la sicurezza che il proprietario dovrà imparare a fornirgli.
Ne parlo con Matteo e conveniamo sulla “diagnosi”. La reazione tanto decisa, diretta, immediata, secca maschera in realtà una grande insicurezza, un tentativo di allontanare una minaccia incombente. Il cane va rassicurato, va aiutato e per farlo non si può non passare da Maurizio che deve per forza di cose diventare il sostegno di cui Golf ha bisogno.
Impostiamo un lavoro di recupero che, come sempre, evolve e si modifica di incontro in incontro. Chiedo a Maurizio di giocare con il suo cane, come fa normalmente e noto immediatamente la passione ossessiva del cane per la pallina…per una particolare pallina, che Golf insegue e mastica ininterrottamente, esattamente come noi facciamo con i chewing gum.
In gergo si parla di “strategia di coping”: mordere la pallina è ciò che permette al cane di gestire il proprio stress, di affrontare lo stimolo che tanto lo preoccupa. Mastica quando vede persone, quando arriva un nuovo cane al campo, quando passa una macchina sulla stradina sterrata che conduce al campo…bene, abbiamo trovato la chiave. Dal momento in cui decido di inserire la pallina nel programma di recupero comportamentale i progressi di Golf sono via via più evidenti e quasi sorprendenti. Accetta l’avvicinamento, ignora persone che gli passano praticamente a contatto…ma soprattuto impara a gestire il proprio stress e questo lo rende in grado di affrontare gli stimoli che quotidianamente gli si presentano con una serenità inaspettata e difficilmente prevedibile dopo la prima valutazione. Maurizio impara a capire le reazioni di Golf, a comprenderne il senso e la natura. Impara ad aiutare il proprio cane e questo fa innescare un meccanismo che porta ciascuno a fidarsi dell’altro, con evidenti benefici per entrambi. Il percorso anche per lui non è semplice, ci sono momenti di gioia e altri di sconforto; c’è chi suggerisce metodi più “duri” perché “il cane deve capire”…no, non sono d’accordo: non si può ignorare un tale disagio…noi abbiamo la responsabilità di capire il cane, di aiutarlo…punirlo significa ignorare il suo stato interno, le sue emozioni, aggiungere stress a stress…Lo scorso autunno Golf supera il test caratteriale per Briard in Francia e questo, per noi e per Maurizio, è una grande soddisfazione ed una notevole conferma di quanto la chiave sia, sempre, andare oltre il comportamento ed imparare ad occuparsi di emozioni…
Categories:

X